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Mehala

Un grande segno, un grandissimo sogno di Ambrogio Panzeri – 2/3/2025

“Grazie all’invito di Mehala, dove lavorava Benedetta, io e Giacomo siamo partiti a fine febbraio per l’India.
 
Prima destinazione Chocine dove ci siamo fermati due giorni, poi ci siamo recati a Coimbatore per inaugurare ufficialmente l’area giochi dedicata ai bambini ammalati di tumore e che non avevano uno spazio per poter giocare.
Sulla terrazza di questa casa di accoglienza, fortemente voluta da alcuni volontari e benefattori, è stato creato questo spazio con tanti giochi perché i bambini qui passano diversi mesi, finchè dura la terapia, e non avrebbero possibilità di alloggiare altrove.
Prima infatti succedeva che non avendo posto in ospedale i bambini dormivano anche sui marciapiedi e per le strade in quanto abitavano lontani dall’ospedale o erano poveri e non potevano alloggiare altrove.
 
 
Poi ci siamo recati a Mumbai dove abbiamo visitato un orfanotrofio con 38 ragazzi tra i 7 e i 18 anni senza un genitore, orfani o abbandonati .
Tutte e due queste strutture collaborano con Mehala che le supporta con donazione di tanti amici e benefattori e con eventi sempre molto frequentati.
 
Abbiamo condiviso con loro momenti belli, con giochi, tombolate molto appassionanti, giri per i mercatini della città, tra l’altro in questo periodo c’erano diverse loro festività ed è stato magnifico: un miscuglio di colori, danze, musica un insieme di sensazioni che ci riempiva l’animo.
 
Albero India

Devo dire che è stato tutto bellissimo anche se il pensiero di Betta era sempre lì, presente, in ogni momento avevo la sensazione di averla vicino…
 
Sinceramente non pensavo di trovare tanta ospitalità, bella gente, rispettosa, educata nei loro gesti, le numerosissime bancarelle traboccanti di tanti cibi strani ma squisiti, il viavai frenetico di un supertraffico di motorini, tuctuc, macchine, camion, pullman dai più svariati colori.
 
Abbiamo anche visto angoli e stradine da far accapponare la pelle, mamme che dormivano sui marciapiedi, una con tre bambini piccolissimi e la gente che passava tranquillamente a fianco come se niente fosse, buchi fatiscenti fatti di legno e lamiere dove vivevano famiglie intere in mezzo a sporcizia e rifiuti, situazioni impossibili da credere se non viste.
 
E’ stato anche bellissimo viaggiare con mio figlio e condividere con lui questi momenti intensi, di gioia e di dolore, e che penso saranno indimenticabili per tutti e due.
Parlando qui coi referenti mi dicono di quanto Betta era tosta e scrupolosa , precisa e competente nel superare tanti scogli burocratici che tante volte le dogane o altri enti creavano.
 
Ho anche visto che c’è tanto bisogno nel mondo e ringrazio Mehala per questa opportunità che mi ha dato e mia figlia per essere stata un artefice nel volere un mondo migliore fatto di pace e di aiuto a chi vive nella sofferenza.
 
Tu Betta hai fatto un miracolo, hai dato una speranza a tanti bambini.
Sei passata su questa terra e hai lasciato un grande segno e un grandissimo sogno.
Si, non sei passata invano. L’amore che hai distribuito tornerà indietro e l’umanità sarà migliore anche grazie a te. I tuoi bambini, coloro ai quali hai donato una famiglia, sono qui a testimoniarlo.
Alle feste dell’associazione eri sempre circondata da un nugolo di ragazzini e ragazzine che ti adoravano e ti facevano tante feste.
Forse è facile per un padre scrivere quanto sia fiero della propria figlia, ma io lo penso veramente.
 
Mi piace terminare questa mia testimonianza col bellissimo detto che “chi vive per se stesso muore con se stesso mentre chi vive per l’altro non muore mai…”
 
Ambrogio Panzeri

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