Diario di viaggio
3/11. Stasera ci presentiamo in aeroporto a Malpensa. Dopo oltre 3 anni farciti di corsi, colloqui, uffici pubblici, fotocopie autenticate ed apostille, possiamo finalmente incontrare le nostre figlie.
Abbiamo fino a 30kg di bagaglio ciascuno; un trolley per trasportare i bagagli ci costa “solo” 2 Euro. Fa niente. Il check-in elettronico da casa è stato inutile: i posti erano stati preventivamente assegnati dalla compagnia aerea, ma va bene così. Alle 21.20 si decolla direzione Dubai dove si farà scalo la mattina successiva. Volo perfetto, il cibo a bordo comincia ad essere esotico.
4/11. Sbarchiamo all’alba, girovaghiamo per l’infinito ed esagerato duty free dell’aerostazione di Dubai fino a mezzogiorno. Alle 13.00 locali circa imbarco e decollo per Calcutta dove atterriamo dopo le 19.00. Volo ok, il cibo a bordo sempre più speziato… La struttura dell’aeroporto di Calcutta e specialmente i bagni non sono certo quelli di Dubai. Comunque nessun problema particolare al controllo passaporti. Le valigie arrivano rapidamente sul nastro e poi qui l’uso del trolley è gratuito…. All’uscita incontriamo il referente, Rajeev. Dopo i convenevoli ed una breve attesa ci raggiungono gli autisti che caricano su due auto i nostri bagagli. Ci dividiamo a coppie e saliamo sulle auto. Le auto sfrecciano direzione città. Attraversiamo la periferia.
Ci accorgiamo subito che la circolazione del traffico è “regolata” dallo strombazzare continuo dei veicoli, i sorpassi avvengono indifferentemente a sinistra ed a destra, animali liberi, tuk tuk e velocipedi permettendo. Giunti in albergo, si decide di saltare la cena. La camera è piuttosto confortevole ma l’acqua è freddina ed il climatizzatore rumoroso. Resteremo soltanto una notte quindi apriamo pochi bagagli e ed individuiamo i documenti per il consolato italiano. Finalmente si dorme.
5/11. Ci ritroviamo a colazione con Rajeev. Da questo momento cerchiamo di non correre rischi per l’intestino quindi attenzione ai cibi crudi ed alle bevande sfuse. Il referente ci chiede in anticipo alcuni documenti da presentare al consolato italiano per ottenere il visto d’ingresso delle ns. bambine: soltanto le fotocopie dei ns. passaporti, il resto l’ha portato lui. Eppure noi abbiamo in valigia un altro mezzo chilo di carta stampata per questa occorrenza!… Alle 9.30 si parte direzione consolato. Attraversiamo numerosi isolati e ci rendiamo ancora più conto della vita e del folle traffico di questa città.
Alle 10.00 ci riceve il console. Rajeev consegna i documenti ed i passaporti delle bimbe, il console si impegna a darci i passaporti con visto delle bambine alle 15.30. Quindi risaliamo in macchina e dopo alcuni chilometri ci fermiamo davanti al monumento alla regina Vittoria. Foto di rito poi si riparte. Ci rechiamo in un caffè del centro. Ci rendiamo conto che a Calcutta l’attraversamento a piedi di un viale è ardua impresa nonostante il semaforo. Tra un sorso e l’altro iniziamo a fare domande a Rajeev. Per esempio, sarà possibile che ogni coppia viva l’emozione di incontrare la propria figlia privatamente anziché tutti insieme nella stessa stanza? Non c’è problema, telefonerà per prenotare due stanze separate all’interno dell’istituto. Rientrati in hotel pranziamo tutti nella camera di Rajeev, poi raccogliamo i bagagli e lasciamo definitivamente l’albergo. Alle 15.30 in punto siamo al consolato, riceviamo i passaporti con visto delle ns. bambine e gli auguri del console (che suo malgrado dovrà restare altri due anni a Calcutta). Saliamo in auto e partiamo direzione aeroporto.
Nel tragitto la prima significativa emozione: osserviamo per la prima volta i passaporti delle bimbe e troviamo nell’ultima pagina i nomi dei genitori, ovvero i nostri.
Giunti in aeroporto, ci rechiamo prima allo screening delle valigie poi al check-in. Rajeev accompagna uno di noi a pagare una sovrattassa totale di 4000 Rupie poiché il peso del bagaglio a persona eccede 20kg. Pazienza, per i voli interni ce lo aspettavamo. Decolliamo e dopo poco più di un’ora atterriamo a Bubhaneswar (Orissa). I bagagli arrivano presto sul nastro e anche qui l’uso del trolley è gratuito. E già buio, fuori dall’aeroporto ci attendono due autisti. Caricano a fatica i bagagli sulle loro piccole utilitarie ed in pochi minuti ci portano in hotel. La procedura di check-in è stranamente lunga. Le stanze sono essenziali, il climatizzatore zoppica ma il suo flusso aggredisce gola e cervicale. Poiché fuori è umido, meglio non spegnere quindi deviamo il flusso con lo schienale di una sedia. Alle 21.00 cena a buffet tutti insieme. Alle 22.00 si va a dormire, chi riesce…
6/11. Sveglia alle 7.00, colazione alle 8.00, torniamo in stanza e ci prepariamo definitivamente per l’incontro della vita. Ci infiliamo l’abito per l’occasione, ci sistemiamo al meglio poi alle 9.30 appuntamento con gli autisti che caricano in auto le borse cariche dei doni per le nostre bimbe e per l’istituto. Si parte direzione Cuttack. Dopo 10 minuti ci fermiamo in una frazione per ricaricare le sim telefoniche prestateci da Mehala. Veniamo subito avvicinati da mendicanti. Ripartiamo. Giunti a Cuttack, costeggiamo la valle del fiume per un lunghissimo tratto poi all’improvviso gli autisti svoltano a sinistra in un viottolo dove incontriamo un uomo vestito di stracci e capre che brucano tra i rifiuti. Ecco, dopo poche decine di metri siamo di fronte ad una struttura che intuiamo sia l’istituto delle ns. bimbe. Viene aperto il cancello e gli autisti entrano con le auto. Scendiamo e subito ci rendiamo conto di essere osservati. Qualche bambino ci saluta con la mano. Rajeev ci accompagna fino al porticato e ci presenta il manager ed alcune collaboratrici. Saliamo al piano superiore. Rajeev ci divide in coppie e ci fa entrare in due diverse stanze chiamate guest rooms. Ci indica il bagno, se dovessimo averne bisogno. Scopriremo più tardi che le stanze sono distanti tra loro parecchi metri. La tensione sale. Passano circa 5 minuti di attesa, osserviamo noi stessi, stanza e cortile, cortile e stanza…
All’improvviso due signore accompagnano la nostra bambina verso di noi. Ha un mazzolino di fiori in mano che consegna alla mamma. Ecco da questo momento le emozioni saranno davvero intense ma occorre precisare che le bimbe si comportano in modo diverso: Silly è sorridente ed impaziente, abbraccia e prende subito confidenza con mamma e papà. Riceve molti regali, si gioca subito. Manisha è impaurita seppure incoraggiata dalle sue accompagnatrici. Si avvicina ai nuovi genitori ma è irrigidita. Non parla. Mamma e papà gli donano una macchina fotografica che potrà usare per immortalare gli amici e gli istanti dell’incontro. Silly possiede già una macchina fotografica. Nella stanza di Silly entra Santhi, la sua tata (in istituto si chiama housemother) accompagnata da Subra, detta anche “Grande Sorella”: è emozionata, fa capire che desidera notizie di altri suoi bimbi partiti per l’Italia alcune settimane prima. Non si riesce a spiegare che stanno bene. Dopo pochi istanti Santhi e Subra si presenta disperata nella stanza dell’incontro di Manisha: qui viene rassicurata ma l’emozione nell’aria supera il limite e Manisha si mette a piangere a dirotto. Forse è meglio così.
Dopo alcuni minuti Manisha prende coraggio ed inizia a scattare fotografie a mamma e papà, finalmente lascia conoscere la sua voce e sorridendo trascina i nuovi genitori in giro per l’istituto. La famiglia di Manisha si ritrova nella guest room di Silly. Si festeggia con giochi e palloncini. Veniamo tutti invitati una prima volta nella classe unica dove incontriamo gli amichetti scolari (di tutte le età) e l’insegnante Namita. Poi Rajeev ci accompagna tutti nell’ufficio della direttrice. Sono presenti anche il manager ed alcuni stretti collaboratori. Ci presentiamo, le solite battute sul clima in Europa ed in India poi la direttrice ci informa che siamo invitati a pranzo all’interno dell’istituto.
A questo punto Rajeev ci invita a mostrare i doni che abbiamo portato per l’istituto. La situazione inizia ad essere imbarazzante: apriamo una grossa valigia ed una borsa zeppe di indumenti per bambini e giocattoli donati dall’Associazione Mehala all’istituto. Rajeev mostra il contenuto al personale e lo appoggia delicatamente sul pavimento. Le bimbe si avventano su un cellulare giocattolo ma Manisha è più lesta provocando le rimostranze di Silly (accidenti, quel giocattolo resterà conteso per tutto il giorno). Rajeev ci invita poi ad appoggiare sulla scrivania della direttrice i regali che abbiamo portato per il personale specificando quelli che ritenevamo dovessero essere i destinatari. Non conoscendo le persone e tantomeno l’organizzazione dell’istituto, ogni coppia aveva preparato cinque pacchetti regalo per il personale femminile (le tate o assistenti) e due pacchetti regalo per il personale maschile. Per fortuna Francesca ha portato anche un sacchetto colmo di rossetti per tutte le signore. Francamente non abbiamo capito se fossero soddisfatti o delusi dei nostri doni. Ci rassicurerà Rajeev più tardi.
Usciamo dalla stanza e le bambine ci portano a visitare la sala di ricreazione dove si trovano molti bambini piccoli ed il personale che si prende cura di loro. Togliamo le scarpe prima di entrare. Passiamo un po’ di tempo giocando con i bambini e scattando fotografie poi veniamo trascinati ancora in classe dove distribuiamo ai bambini vocianti palloncini e trombette. Siamo letteralmente presi d’assalto. Veniamo tutti e sei accompagnati a pranzo in una grossa sala dove campeggia la gigantografia del Mahatma Gandhi. Anche Rajeev, il manager ed il suo più stretto collaboratore pranzano con noi. Il cibo è vario, saporito e speziato. Ci è piaciuto. Usciamo e passiamo altro tempo facendo fotografie con gli amici delle bimbe ed il personale dell’istituto. Visitiamo la stanza della Grande Sorella che ci lascia il numero di telefono. Veniamo accompagnati ai piani superiori a visitare le stanze delle ns. figlie che sono contigue. Osserviamo anche i bagni dignitosi e la cucina. In veranda due neonati nudi giacciono su un tappeto a prendere luce. Facciamo conoscenza con le tate, specialmente Gita che si è occupata di Manisha per oltre due anni. Ci consegnano alcuni oggetti personali delle bimbe. Gita ci da il numero di cellulare e ci invita a farsi chiamare da Manisha e Silly quando vorranno e sarà possibile. Ci chiedono anche di accompagnare Silly e Manisha in visita quando saranno più grandi.
Manca poco alle 14.30, ci accingiamo a partire ma prima le bimbe ci accompagnano in altre stanze a fare visita ad altri amici. Ci rechiamo nell’ufficio della direttrice che saluta tutti ed abbraccia le bambine: Silly è contenta, Manisha si intristisce e comincia a singhiozzare. Attraversiamo il cortile e ci dirigiamo verso le auto. Silly corre impaziente e non si volta a salutare, sale in macchina e sembra che non veda l’ora di uscire dal cancello per conoscere il mondo fuori. Manisha invece cammina rapidamente a testa bassa e singhiozzante, non si volta e sale in auto. Salutiamo noi i presenti. Comprendiamo che Santhi e Gita hanno preferito ritirarsi in camera.
Le auto partono. Manisha piangerà finché non si addormenterà sulle ginocchia della mamma.
Ci fermiamo in un centro commerciale per acquistare delle scarpe chiuse per le bimbe. Manisha riprende a piangere. L’umore migliorerà quando in un negozio di giocattoli Manisha e Silly conquisteranno un altro cellulare giocattolo ciascuna (rigorosamente identici) oltre ad altri giochi. Proseguiamo e torniamo in albergo. Silly rovescia sui letti i suoi giochi ed inizia a saltare, Manisha invece è contenuta dalla sua tristezza e gioca timidamente con delle macchinine. Ci ritroviamo tutti a cena e prendiamo istruzioni da Rajeev per la giornata successiva. Quando arriva l’ora di tornare i camera, Manisha insiste di restare con Silly. Ovviamente non gli viene consentito. Le bimbe dormono con le mamme. Manisha avrà una notte agitata.
7/11. Al risveglio le bimbe giocano sul letto per un po’. Proviamo a partecipare. Ci prepariamo e ci ritroviamo a colazione. Incontriamo Rajeev pronto a ripartire da solo, ci salutiamo. Mentre Rajeev si allontana Silly diventa seria e Manisha ricomincia a piangere. Per loro era l’ultimo collegamento sicuro con gli amici dell’istituto. Raccogliamo i bagagli e partiamo anche noi. Manisha piangerà ancora in macchina verso in aeroporto. Prendiamo un volo già prenotato per Nuova Delhi. Le bambine sono esaltate per la nuova esperienza. Arriviamo a Delhi dove veniamo accolti dagli autisti dell’hotel. Giunti in albergo ci vengono assegnate due stanze vicine. Ci rendiamo conto di essere in un residence di prima categoria. Esagerato rispetto alla semplicità della struttura e della vita in istituto. Da questo momento abbiamo il sospetto che le bambine credano di essere in Italia.
8-13/11. I giorni successivi saranno simili, scanditi dai pasti, dai giochi al parco e dai bagni in piscina. La monotonia di questi giorni viene interrotta da un’escursione al centro commerciale e dalla visita del Taj Mahal ad Agra. Spesso le bimbe ci mettono in difficoltà per i loro capricci ed i loro litigi. In prossimità di alcune vetrine divengono incontenibili mostrando il desiderio per alcuni oggetti mentre rifiutano le nostre proposte alternative. Eppure ci avevano detto che i bambini istituzionalizzati non sanno scegliere! Silly è molto esuberante, invece Manisha è vanitosa e desidera restare sempre accanto all’amica Silly. Prova a perseguire il suo obiettivo cercando la solidarietà di Francesca attraverso il gioco ed il contatto fisico. Per un po’ ci riesce ma provocherà la gelosia di Silly e metterà a dura prova la pazienza di Antonella.
Manisha chiede sempre di telefonare agli amici dell’istituto. La assecondiamo sempre. Invece Silly è meno interessata. Al risveglio Manisha rivede le foto dell’istituto e ancora gli scende qualche lacrima.
14/11. Finalmente si torna a casa. Al check-in abbiamo qualche problema con i posti, ne parlerò con il Sig. Gargari che comunque ha fatto un lavoro eccellente permettendoci di prenotare i voli con un forte risparmio. Al controllo dei passaporti, l’ufficiale ci congeda con i suoi auguri e congratulazioni. Le bimbe si esaltano ancora per il viaggio in aereo. Anche questa volta facciamo scalo a Dubai. Prima di atterrare a Milano, Manisha non si sente bene. Al controllo immigrazione ci chiedono copia dell’autorizzazione del CAI. Tutto ok. Recuperiamo i bagagli e paghiamo 2 Euro per il trolley…ben tornati a casa! Fuori dalla porta degli arrivi veniamo accolti da amici e parenti festanti. Prendiamo separatamente la strada di casa e Manisha soffre per il distacco da Silly.